L’arte secondo AlMa

Gli Enigmi

«L’inconscio è un particolare regno della psiche con impulsi di desideri o propri, con una propria forma espressiva e con propri caratteristici meccanismi psichici che non vigono altrove». Sigmund Freud, Introduzione alla psicanalisi. 1915-32

AlMa, Alessio Mariani
AlMa

   Una costante nel pensiero dell’arte è il continuo riferimento agli enigmi.
Ricercando l’etimologia della parola “enigma”, notiamo come essa derivi dal latino aenigma il cui significato è «parlare copertamente», il dizionario riporta: “Breve componimento, perlopiù in versi, che propone, attraverso immagini e allusioni, un concetto o una parola da indovinare.”

   E ancora: “Detto, frase di significato oscuro, espressione ambigua o velata: parlare per enigmi. Quindi, cosa oscura, inspiegabile, incomprensibile, in riferimento anche a persona misteriosa, che non lascia intendere quello che pensa e sente.”

   Ciò che induce Alma ad indagare sugli enigmi è la continua ricerca di sé stesso, il Mariani mette in scena la storia della sua vita, la ricerca dell’Io umano che nasce come spettatore forte e presente all’interno delle sue tele ma, successivamente, diventa il protagonista onnisciente delle opere: Alessio elimina la figura ma immette tutta la sua anima che non sempre viene recepita da chi osserva.

L'Altrove
L’Altrove – Olio, acrilico e spray su tela 100×150 cm

E così Alma ci mostra il “volto non volto”: frammenti del viso che c’è ma che viene nascosto dal colore, così predominante nelle opere di Alessio.
Un volto frammentato proposto, ad esempio, nell’opera L’Altrove dove spariscono i tratti somatici e rimane solo l’occhio, specchio dell’anima, che ci osserva quasi come se il Mariani volesse insegnarci a guardare, sollecitando lo spettatore a togliere la maschera per indagare su ciò che c’è dietro la tela senza paura dell’ignoto.

   L’arte di Alessio Mariani ha un impatto visivo forte e coinvolgente, spaventa ma al tempo stesso attrae, sconvolge ed avvolge anche le menti impenetrabili. Il percorso dell’artista traccia una scia nei meandri dell’inconscio, intraprendendo un viaggio alla scoperta di se stessi.
Ed è proprio l’agitarsi dell’inconscio di Alma a dominare la tela, un inconscio che si manifesta nei pensieri e nei sogni trasposti sui supporti che l’artista utilizza per manifestare i suo i turbamenti.

   Alma sembra riprendere la divisione Freudiana fra conscio, preconscio e inconscio: tre forze che governano la mente, di cui le prime due parti, più riconoscibili, sono spesso vittime della censura e spesso, a causa di ricordi traumatici, rimossi e rilegati nell’inconscio. Quest’ultimo è la parte più nascosta dove sopravvivono i traumi e i desideri repressi: per questo motivo ha un forte impatto sulla vita degli esseri umani.

   Tra le opere del Mariani si celano i ricordi che l’artista ha racchiuso nell’inconscio, pensieri che non scompaiono ma che, al contrario, influenzano costantemente le opere dell’artista che manifesta la sua più intima essenza con il forte impatto visivo delle sue opere.

Street Art: l’estrapolazione dell’Underground

   La Street Art, arte di strada o arte urbana, fa riferimento alle forme d’arte che si manifestano in luoghi pubblici e spaziano dall’uso delle bombolette spray, adesivi artistici, arte normografica, proiezioni video, sculture ecc.

   La differenza fra arte di strada e i graffiti si riscontra nella tecnica non obbligatoriamente vincolata dall’uso di vernice spray al soggetto non per forza legato allo studio della lettera, il punto di incontro che spesso fa omologare le due discipline rimane il luogo e spesso le modalità di esecuzione, oltre all’origine mediatica della terminologia.

   Alma supera questa concezione cercando, anche questa volta, di andare oltre le schematiche concezioni delle sovrastrutture della mente umana. L’artista non lavora nei luoghi pubblici, non intacca il territorio ma, con l’ausilio della vernice spray, l’acrilico e l’olio, applica la medesima procedura mentale dello street artista sulla tela.  

Orecchio assoluto
Orecchio assoluto – Olio, acrilico e spray su tela 70×50 cm

   Con l’opera Orecchio assoluto l’artista ripropone il concetto della Street Art come fosse un’estrapolazione dell’Underground, riprendendo i dettagli della «caoticità» delle opere murali ed imprimendoli sulla tela proprio per dar rilievo al vissuto dell’artista, al fine di tramutare l’inconscio umano in un’opera d’arte.

  Il pensiero artistico che accompagna Alma assorbe gli echi della “Transavanguardia”, nella definizione coniata dal critico Achille Bonito Oliva, indica come alcuni artisti si pongono mediante le proprie opere al di fuori della logica dell’avanguardia, infatti il prefisso “trans” indica un “attraversamento”, la cui meta comprende sia il futuro che il passato, affermando con ciò la libertà di ritornare alla “tradizione” artistica, così come di perfezionare e calcare su quei “valori inediti dell’immagine e della figurazione”. 

Con gli occhi di Pablo Picasso

   Tra le trame delle opere di Alma si cela anche la contaminazione del cubismo proposto da Pablo Picasso. Ciò che possiamo constatare, però, è piuttosto la somiglianza circa il percorso di Picasso che, pur seguendo i corsi dell’Accademia, procede in realtà per conto suo: studiando l’arte del passato al Prado, ma volto a cogliere le forme della sensibilità artistica moderna, come mostrano alcuni suoi disegni caratterizzati dalla selezione della linea di contorno e dalla semplificazione formale.

   Alma guarda al passato per cercare se stesso, nelle sue opere riversa la profonda ammirazione per i grandi maestri. Imprimendone i supporti delle sue opere i suoi stessi occhi che severi e carichi di speranza confidano nell’innovazione e nel superamento delle apparenze proprio come mostra l’opera Roman realizzata con i pastelli su carta.

  

AlMa e la giornalista Rai e collezionista, Antonietta Di Vizia
AlMa e la giornalista Rai e collezionista, Antonietta Di Vizia

Nell’opera Surfin’ the future possiamo notare un significativo mutamento del linguaggio di Alma: osserviamo questi occhi sgranati, inquietanti, un’opera che guarda ad un futuro incerto, preoccupante.
   Cosa teme l’artista? Cosa vede in questo futuro, sì speranzoso, ma instabile, come del resto è la vita?

   Gli occhi che Alma mostra nelle sue opere sembrano evocare quelli della celebre opera di Pablo Picasso Les demoiselles d’Avignon, proprio come accade nell’opera L’Altrove dove possiamo constatare il dialogo fra forme artistiche del passato e quelle del presente, una rievocazione dell’antico proprio come succede nelle opere del Maestro spagnolo dove ellenismo ed essenzialità arcaica si fondono, dando vita a volumi compatti che come fulcro hanno la profondità, problema rigettato dall’arte postimpressionista.

   Nel linguaggio di Alma vediamo accorparsi molteplici influenze e orientamenti, egli rompe gli schemi delle composizioni armoniche, figura e spazio sono tradotti in una struttura di frammenti fortemente marcati sposando, quindi, le ricerche picassiane.
   Alma non dà importanza né allo spazio e né alla profondità, ciò che per lui conta è l’essenza: quello è il solo linguaggio comunicativo mediante il quale l’artista manifesta la sua essenza.

L’appartenenza al Sensorialismo materico

   Nel novembre del 2019 Alessio Mariani entra ufficialmente a far parte del Sensorialismo Materico, corrente artistica fondata, nel 2012, dal Maestro Guido Carlucci, presidente del MACS: Museo Arte Contemporanea Sensorialismo di Greccio (Rieti).

   Il sensorialista materico è descritto come un artista che usa la tela, il colore, la materia, in una dimensione più ampia, supera i confini fisici della semplice percezione visiva, fino a coinvolgere e coniugare tutti e cinque i sensi.
   Il Sensorialismo Materico propone un’arte sublime, «un’atmosfera francescana» che conduce l’anima dell’osservatore a carpire segni e significati che l’attuale materialismo quotidiano ha reso difficile da individuare.
   Ciò che il Sensorialismo Materico si propone di combattere è la «povertà dell’anima, che nessuna ricchezza tangibile può sfamare».

   Alma realizza opere non solo mediante il colore, ma si appassiona all’uso dei materiali come mostra l’opera Cavaliere errante, una pitto-scultura realizzata con frammenti di vetro, chiodi e legno.
   Nella serie dei Pitto-materici l’artista mostra la totale appartenenza al genere artistico il colore si fonde con la materia generando un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, il fruitore può interagire concretamente con le opere.
   L’artista sensorialista è animato dal superamento delle apparenze, la voglia di andare oltre è prorompente nel suo animo, guida lo spettatore in un viaggio multisensoriale alla scoperta dell’Oltre della vita.

ART-Artigianato

   Negli ultimi tempi Alma si è dedicato alla sperimentazione dell’artigianato, decorando oggetti d’uso quotidiano o, addirittura, cambiando il loro uso come accade nell’opera To fly in the sky dove l’artista dopo aver decorato una sedia la trasforma in un porta bottiglie, realizzata con acrilico eolio su legno, l’opera risulta essere a tutti gli effetti un’opera di riuso.

Tavolo da Caffè – La guerra dentro
Tavolo da Caffè – La guerra dentro

   Con l’opera Tavolo da CaffèLa guerra dentro – dove Alma ha restaurato il cono di una deraspatrice e successivamente decorato il fondo di un colore blu navy con rifiniture ad olio e acrilico, l’opera d’artigianato rappresenta una bandiera americana dilaniata con, in calce al Tavolo, un coperchio metallico.

   La particolarità del Tavolo da Caffè è la sua duplice funzionalità: come suggerisce il titolo è appunto un tavolo da caffè, oggetto design e arredo, ma senza perdere il suo senso d’essere arte.
   Alma, infatti, ha realizzato un’opera d’arte concettuale, ponendo un filo spinato all’interno della deraspatrice come richiamo alla seconda guerra mondiale con la finalità d’essere un monito alla nostra storia dalla quale dobbiamo imparare per non commettere più gli stessi errori.

   Ancora una volta Alma riversa anche in quest’opera la sua profonda sensibilità al fine di condurci ad una riflessione interiore concedendoci un momento di pausa tra il caos della vita.

Elisabetta La Rosa